Tour a Belluno tra castagne “Morone Feltrino” e Schiz

Il mese di novembre è perfetto per un tour alla ricerca di sapori genuini ai piedi delle Dolomiti nella zona di Belluno, in Veneto, con prodotti e frutti “nascosti” all’interno di una pelle ruvida. I prodotti tipici locali comprendono ovviamente le castagne “Morone Feltrino” che presentano caratteristiche uniche: forma ovale, con una faccia piatta e l’altra convessa e base rettangolare. La sottile buccia è di color marrone con striature più scure. Il frutto è ricoperto da una pellicina, la sua polpa è bianca, la pasta compatta e dolce. Si tratta di una varietà che è particolarmente rinomata e che la rende un ingrediente perfetto sia per le torte che per primi e secondi piatti come la “minestra di marroni” o zuppa di castagne. Tale varietà di castagne può anche essere grigliata. Le castagne “Morone Feltrino” provengono dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, un’area tra Feltre, Pedavena, Cesiomaggiore, Sospirolo, San Gregorio nelle Alpi, Seren del Grappa, Fonzaso, Quero Vas e Alano di Piave. Le portate tipiche locali includono anche il “pastin”, preparato con carne di maiale tritata, manzo e strutto con spezie del bellunese e che può essere mangiato crudo, spalmato sul pane o fatto alla griglia e servito con la classica polenta. In provincia di Belluno è apprezzato anche nel classico panino col pastin, presente in tutte le sagre provinciali. È venduto tutto l’anno, anche se il mese ideale è novembre. Il “Pastin” è stato elencato tra i prodotti alimentari tradizionali della regione Veneto (PAT) ed incluso nella “carta di qualità” del parco nazionale delle Dolomiti di Belluno: può essere gustato anche nell’ambito dei tour gastronomici Strada dei Formaggi e Sapori delle Dolomiti Bellunesi (sapori delle Dolomiti Bellunesi). I pastori scendono nelle valli locali a novembre per vendere formaggi fatti con latte proveniente da alpeggi e che vengono prodotti in allevamenti di malghe d’alta quota. I formaggi tradizionali includono il Piave Dop e lo “Schiz” (formaggio tipico della provincia di Belluno, nato nelle malghe di montagna dalla cagliata del latte appena munto). Il nome probabilmente va fatto risalire all’abitudine che i malgari avevano di recuperare i residui di cagliata che “schizzavano” fuori dalle fascere durante la fase di formatura o “schiacciatura”, in dialetto locale “schizar” oppure deriva dallo “schizzare” delle goccioline di siero che stillano dal formaggio durante la cottura. Il tour gastronomico è già iniziato e continuerà fino alla primavera. Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency #marinoenogastronomictour

Formaggi bellunesi
Precedente La FIAVET si oppone all'abusivismo dell'organizzazione turistica Successivo Il Maqbous piatto dell’Oman