Il CISET ha presentato i dati sul turismo culturale relativi al 2018.

Il Ciset (Centro internazionale di studi sull’economia del turismo) ha presentato   in anteprima a tourismA – Salone Internazionale dell’Archeologia e del Turismo Culturale – i dati sul turismo culturale relativi al 2018.

Una fotografia luci e ombre che vede il turismo culturale consolidare le sue posizioni, anche se non si ripete la straordinaria performance del 2017.

La spesa internazionale del turismo culturale tradizionale, incentrato sul sight-seeing nelle città d’arte, ha sfiorato i 16 miliardi continuando a rappresentare da solo quasi il 58% del totale delle entrate per vacanza nel Bel Paese (CISET su dati Banca d’Italia).

Il 2018 ha mostrato però un rallentamento: CISET su dati Banca d’Italia evidenzia come l’incremento del 2% rispetto all’anno precedente sia più contenuto rispetto al +8,3% del 2017 e alle performance del biennio 16-17, il tutto dovuto a una diminuzione dei pernottamenti.

La spesa pro-capite continua a crescere. A questa cifra vanno comunque aggiunti 1,8 miliardi di spesa dei turisti del “paesaggio culturale”: la vacanza culturale in cui entrano anche elementi di enogastronomia, ruralità e natura continua a crescere in termini di numero di arrivi (CISET su dati Banca d’Italia).

I “pigliatutto”. Nonostante la diminuzione dei pernottamenti, anche nel 2018 le province di Roma, Venezia, Milano, Firenze e Napoli concentrano oltre il 46% delle entrate totali per turismo internazionale (Doria – Banca d’Italia, 2019). I dati MIBAC elaborati da CISET mostrano la tendenza dei visitatori a fermarsi presso alcune grandi icone del patrimonio: i primi 5 attrattori tra musei, siti e aree archeologiche raccolgono infatti oltre il 30% degli oltre 55 milioni di visitatori.

Colosseo, Pompei, Uffizi e Accademia a Firenze e Castel Sant’Angelo rappresentano addirittura quasi il 60% degli introiti, con Pompei e circuito del Colosseo che generano il 41%.

Carlo Marino

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